Non è che proponi, TI SEI PROPRIO ARRESO ai ROMPI.....ONI.
Va bene lo stesso. Tanto ho capito che la gente rompe, rompe e poi rompe: per gli appuntamenti, arriva in ritardo, pretende che l'aspetti e poi dopo che hai atteso, cambiano strada e se ne vanno per conto loro.
Guarda sabato scorso, ognun per se ........!
Va bene lo stesso! _________________ Angelo
Ebbene si.... una capitolazione fragorosa..... e dolente!!!
Strade pericolose? Forse ma non più di altre.
Doppio appuntamento? Siamo grandi e vaccinati.... basta essere puntuali.
Saxa come punto unico di ritrovo? Non credo sia un dogma.
Ma, come dice il mio amico Angelo, va bene così.... basta che pedaliamo insieme.
Però domani alle 9 SÌ PARTE !!!
Paolo Benzi _________________ ... People run around Crazy Town Seems they have found a place to groove on... (Superfine Dandelion)
Non mi è mai semplice sottrarmi a un facile pistolotto, stavolta sulle uscite "fuori-stagione", ma direi piuttosto: sul modo di essere gruppo. Evito di affidare queste considerazioni alla Gazza di Natale, benché assai "controvento", perché potrebbero suscitare qualche malumore. Le propongo perciò alla libera fruizione del passante di Forum.
Ho sempre sostenuto che i Turbike, quando sono fuori agonismo (quando si rientra dalle tappe a punti o nelle uscite tra due stagioni agonistiche), ignorano le regole basilari dei gruppi ciclistici, quelli veri, abituali. Intendo quelli formatisi, come le mandrie di bufali, in decenni di appuntamenti e partenze. Mi vanto di averne conosciuti e frequentati almeno 5 e tutti, più o meno, con le stesse regole. E' in quei gruppi che ho imparato a "vivere la bici", più che ad "andare in bici". Non che sia tutto una delizia: il ciclismo è sport popolare e genuino, e la genuinità spesso si manifesta in essenzialità - stare al vento impone una sintesi già nel discorrere - mentre la popolarità presta spunti anche a qualche volgarità.
Nei Turbike, la sostanziale indisciplina verso queste regolette finisce poi per condizionare le scelte di percorso, costringendo a rinunciare - come sabato prossimo - a uscite interessanti rispetto alla solita minestra riscaldata.
Allora, regole di gruppo? Certo non scritte, ma impresse sul telaio di ogni bici:
1) Si parte all'ora stabilita, chi c'è c'è, chi non c'è se la pedala dopo per recuperare. Orario peraltro significa, dovunque, rispetto.
2) Prima di partire si decide percorso e tappa-caffè. Si cambia programmi solo - e solo se - si è comunque tutti insieme.
3) Si cammina in gruppo, sostanzialmente sempre insieme. Non esistono i gruppettini, come i nostri, ogni 50 metri. Chi è più forte, riduce un po' i regimi, chi va piano, fatica. Esatto, capito bene: fatica. Questa regola è importantissima, perché l'unione di gruppo esige qualche sforzo reciproco. Il gruppo, fatto dai forti rallentati e dai deboli che faticano per stare a ruota, non tollera chi vuole andare "a spasso". Di solito, i più forti, che hanno birra per fare su e giù lungo il gruppo allungato, svolgono funzione di collante, rallentando per recuperare i più deboli o andando in testa per avvisare di "calare un po'". In quelle occasioni capiscono chi sta facendo il furbetto, che facilmente viene "mollato" dal gruppo.
4) Con la foratura ci si ferma. Punto. Chi se ne va, da quel momento è "fuori" (e vi assicuro che il gruppo sa essere molto brutale in questi casi).
5) Ogni scollinamento è l'occasione per aspettare i ritardari, tutti i ritardari, dando così sfogo alle velleità di giornata. Solo quando si torna tutti in gruppo si riparte: chi riparte senza il consenso dei più o senza avvisare viene "scaricato" dal gruppo.
6) Il gruppo non tollera facilmente chi cambia percorso in corso d'uscita e non avvisa delle sue intenzioni prima di deviare. Chi gira all'incrocio per via diversa dalla programmata difficilmente alla successiva partenza viene accolto, perfino salutato.
Queste regolette basilari non tolgono nulla all'agonismo, anche esasperato, interno al gruppo; nulla al godimento occasionale di un paesaggio o di una scenetta; nulla agli sfottò, talvolta anche impietosi, tipici di ogni socialità. Anzi, ne costituiscono il legante più solido, quello che manca (ancora) a tante uscite dei Turbike.
_________________ Gabriele Russo
«Squali si diventa, e io lo nacqui.»
«Ho passato il controllo-squalità»
Caro Gabriele... sai che condivido il tuo pensiero....
Utopia?
Forse, ma "noi" siamo sognatori.... abbiamo tutto il 2015 per realizzare "il programma"...
Iniziamo da domani, coinvolgendo quanti più turbikers possibile.
Buon lavoro.
Paolo Benzi _________________ ... People run around Crazy Town Seems they have found a place to groove on... (Superfine Dandelion)
Utopia?
Forse, ma "noi" siamo sognatori.... abbiamo tutto il 2015 per realizzare "il programma"...
Infatti, ma bisogna cominciare ad ammettere qualche presunzione di troppo circa le nobiltà del nostro gruppo. A cominciare da domani.
Sarebbe allora un buon inizio guadagnare qualche consapevolezza, perché continuare a fare uscite nel clima abituale fa perdere la grande, e migliore parte secondo me, della pratica ciclistica. _________________ Gabriele Russo
«Squali si diventa, e io lo nacqui.»
«Ho passato il controllo-squalità»
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