ROCCA di MEZZO: Un ottima medio fondo
Data: Domenica, 11 giugno @ 15:24:46 CEST
Argomento: G.S. TURBIKE


Rocca di Mezzo

Un'ottima medio fondo!



Anche questa è fatta!

Certo, è stata una levataccia! Il mio capitano ha cominciato a lagnarsi da venerdi sera quando, in una cena fra amici si è scolato due litrozzi di buon vino nero della cantina centocorvi.

Prima ha cominciato a ferneticare sull'orario di partenza poi, ieri mattina ha pianto lacrime di coccodrillo per aver mangiato e bevuto tanto la sera prima. 

Mi ero studiato sulla carta il percorso che non conoscevo. Anche Google Earth mi è servito a "prendere le misure". Usciti dall'autostrada a Celano abbiamo avuto l'opportunità di percorrere circa metà del percorso.

Un magnifico spettacolo è apparso quando, superato Ovindoli verso Rocca di Mezzo è apparso all'orizzonte il Gran Sasso completamente innevato.

La distanza ha fatto saltare l'orario dell' appuntamento e, in attesa che si preparasse il Presidente, si è deciso di partire tutti insieme. Uno spettacolo ed un piacere vedere il gruppone che intraprendeva l'avventura.

Subito fuori dal paese ecco la svolta a sinistra e la prima salita della giornata. I gruppi delle diverse categorie si studiano, sanno che la tappa è lunga e non si vincerà nelle prime salite.

Andrea Fossati mi richiama all'ordine più di una volta e dice una verità: " Parti forte e poi muori nella seconda parte ". In fondo è quello che mi dice anche il mio capitano.

Il problema è che non ho ancora imparato a regolare l'accelleratore e il vero problema sono le salite dove, evidentemente, pago il mio rapporto peso potenza.

Detto questo, dal momento che sapevo di dover soffrire in salita ho deciso di divertirmi almeno in discesa. Approfittando del mio peso ho deciso di agganciare il gruppetto che mi era davanti sulla discesa per verso Secinaro.

Un gran divertimento! Sulla discesa mi raggiunge e supera Enrico Piccioni che mi dice: "andiamo!" Altro divertimento.

Nelle discese appare alla mia sinistra anche Carlo Gobbi che stà sfoggiando un attima forma in questo periodo e che cerca di ipotecare la vittoria della categoria A2.

Non appena la strada ricomincia a salire verso Forca Caruso mi stacco dal gruppetto di testa degli A1. Sono con due amici con accento spagnolo di cui, mi dispiace, non conosco i nomi. Uno dei due dice che la salita è lunga e che non vuole forzare.

Come sempre, non riesco a "diminuire i giri" e, sebbene il mio passo non mi consenta di rimanere attaccato agli altri comincio a salire da solo. Mi raggiunge e mi supera Fiammenghi. Provo ad agganciarlo ed a seguirne il passo dopo poche decine di metri mi rendo conto che è troppo per me. Rallento e lo lascio andare.

 Forca Caruso

Per tutta la salita di forca caruso penso che prima o poi sarò ripreso da qualcuno. Ad ogni tornate spero di vedere qualcuno davanti.

Ad un certo punto vedo in alto, quasi all'orizzonte, delle piccole macchie colorate e capisco che sono altri ciclisti che sono ormai molto più in quota di me.

Mi volto a verificare se qualcuno mi segue ma, sui tornanti sottostanti non vedo nessuno.

In prossimità della forca vedo in lontananza 3 ciclisti. Uno con maglia gialla. Salgono con una velocità inferiore alla mia e mi chiedo chi possa essere. Accorcio le distanze e mi accorgo che non sono TURBIKE. Mi hanno, comunque, fatto da riferimento per l'ultimo pezzo di salita.

Scollino e decido di mangiare una barretta quando sono raggiunto dagli amici di prima che, evidentemente, avevano perso solo pochi metri nella salita. Il primo mi dice: "dai sù andiamo!" ed inizia la discesa. Altro grande godimento.

Tutto procede bene. La strada è buona, c'è un'ottima visuale e permette di mantenere una buona andatura senza rischiare molto.

La velocità e qualche buca mi richiamano alla mente la possibilità di "pizzicare". Non ho fatto in tempo a pensarci che una buca, un rumore di alluminio e la gomma che si affloscia mi tolgono il gusto di proseguire.

Mi fermo a cambiare la camera d'aria e penso che sarò raggiunto dagli A2. Impiego almeno 5 minuti ma del gruppetto di coda non vedo nessuno.

Rimonto in sella e riparto. Incontro un ciclista locale che mi chiede come mai ero da solo e perchè gli altri non si fossero fermati. Gli dico che c'è una garetta, che abbiamo l'auto al seguito e che ero autosufficiente. Gli spiego che giro stiamo facendo e ne approfitto per farmi dare una mano fino a Celano dove lo ringrazio per il "passaggio" e mi appresto a pezzo che reputo più difficile.

Ovindoli

Con qualche timore ma con grande rispetto comincia la salita. Un occhio al contachilometro ed uno al cardio che ha deciso di non funzionare. Mi accontento del primo. Contrariamente ad altre volte riesco a salire a 11-12-13 ed anche 14 Km/h. Un successo! Quando i tornanti diventano più ripidi la velocità scende a 10-9,9 ma subito risale. Sono soddisfatto.

Di tanto in tanto guardo giù per vedere se c'è qualcuno dietro ma non vedo nessuno.

Celano, S. Potito, Ovindoli mi ricordo dell'obbligo di transito nel paese lasciando la strada extraurbana a sinistra. Ormai la salita è finita.

Supero il paese e faccio i calcoli per i km che mandano a rocca di mezzo. La strada sale e scende ma Rocca è più bassa di Ovindoli.

Recupero un pò e riprendo a pedalare, stanco ma con un buon ritmo. Dopo qualche km ecco la macchina al seguito con il traguardo.

E' finita.

E' tempo di commenti seduti alla panchina in piazza in attesa che arrivino gli A2 e che riparta con Enzo verso casa.

Anche questa volta mi sono divertito. 

Grazie della compagnia e alla prossima.

Clicca per immagine full size
 ==============

Pedalento

 

 

 

 

 







Questo Articolo proviene da Gruppo Sportivo TURBIKE
http://www.turbike.it/nuke

L'URL per questa storia è:
http://www.turbike.it/nuke/modules.php?name=News&file=article&sid=364