E’ tappa adatta agli scalatori , tappa che potrebbe decidere la classifica finale. Su un percorso assai nervoso presenta due ascese impegnative, la prima è rappresentata dalla salita di Magnalardo, la seconda è la salita di Muro Pizzo, già affrontata nel 2006.
Si parte dal
parcheggio di
F.te Cottorella, poche centinaia di metri prima dell’ingresso in Rieti a destra sulla Salaria, fonte nota fin dai tempi dei Romani per le proprietà curative delle sue acque. Si percorrono circa dieci chilometri di veloce pianura e si svolta sulla sinistra per affrontare la
prima salita della giornata,
la salita di Magnalardo. E’ anche questa salita inedita nel programma Turbike , affrontata per la prima volta. Sono circa
quattro chilometri al 7% con
punte vicino al
10%. In prossimità del paesino- credo ci vivano non più di 30/40 persone, si gira sulla sinistra per affrontare un tratto di saliscendi alcuni veramente spezzagambe. Giungiamo all’abitato di San Silvestro per svoltare a dx verso
Vallecupola. Ci troviamo sul
crinale della montagna con vedute spettacolari sulla nostra sinistra del monte Terminillo e con panorami veramente belli da entrambi i lati, in un paesaggio bucolico pieno di silenzio e natura incontaminata. Un tratto ancora impegnativo di vallonato per girare a destra, direzione
Longone ,
Rocca Sinibalda. Ci attende
una lunga discesa, veloce e tecnica con buon fondo stradale ove i discesisti più capaci avranno modo di guadagnare e parecchio, sugli avversari. Un breve tratto di pianura e poi circa due chilometri di salita non impegnativa che ci porta, con la visione imponente del cinquecentesco castello degli Orsini sulla nostra destra, a Rocca Sinibalda. Superiamo l’abitato, lasciandolo sulla destra, per percorrere circa tre chilometri di strada di pianura e/o leggera salita. Andiamo così ad affrontare gli ultimi 12/13 chilometri che ripercorrono la tappa dello scorso anno di Muro Pizzo. Una bella discesa ci catapulta verso il paesino di Posticciola che superiamo per affrontare in stretta sequenza la salita della diga ( un chilometro al 7% ) ed infine
l’ascesa a Muro Pizzo che è
salita vera, come sanno i Turbiker che l’anno scorso l’ hanno affrontata. Presenta infatti strappi superiori al 10% intervallati da momenti in cui è possibile respirare. Gli ultimi 500 metri sono micidiali e chi vi arriverà con “le gambe in croce” rischierà davvero tanto.
E’ tappa che forse non indicherà il vincitore ma che certamente dirà chi non vincerà il trittico della Sabina.