Il Turbidizionario
Accannato:
dicesi del ciclista particolarmente affaticato, poco lucido e per la
stanchezza
incapace di raccogliere organicamente le proprie idee. Normalmente si
esprime
solo gesticolando, pronunciando frasi prive di senso o irriferibili ed
emettendo
suoni gutturali.
Agganciarsi:
essere
raggiunti da un gruppo e
riuscire a tenersi dentro.
Agobike:
attività
fondata su assunzioni molto
vaghe; basata su discutibili principi; praticata con sforzi inconsulti;
attuata
con modalità controverse; difesa con futili motivazioni;
priva di obiettivi ben
definiti; fine a se stessa; promossa inconsapevolmente (praticamente
tutto all’opposto
di quanto viene scritto su regolamenti e pubblicazioni del gruppo).
Agobuki:
dicesi
del caso in cui uno buca
una ruota e nessuno si ferma a prestargli aiuto e, come dice il Centi:
"Ce
stà sempre ‘n fijo de ‘na mignotta, che
a vedette de soffrì, scatta e te
stacca !" (Contrario di Turbuki);
Andare al passo:
pedalare
regolarmente senza scatti;
tuttavia l’interpretazione di "andare al passo" e molto
soggettiva
perché bisogna vedere "al passo di chi" !
Andare in fuga:
fuoriuscire
dal gruppo.
Andare per
"schiena":
cadere
ruzzolando.
Appiedarsi:
scendere
di bici per ragioni
meccaniche o di foratura.
Aspettiamo Romano:
frase idiomatica di un ciclista che cerca
una scusa per rallentare oppure un pretesto per essere aspettato senza
ammettere
che si sta accannando. Perché proprio Romano non si sa. Di
ciclisti più
Turbilenti di lui nel gruppo ne sono passati molti ! Forse
però Romano ci è
più simpatico.
Bagarrista:
colui
che nel gruppo produce una
bagarre.
Borraccia:
niente
è più segreto del contenuto
della borraccia dei compagni. Non chiedete notizie al riguardo,
chiunque vi
dirà che c’è solo acqua,
però quasi nessuno usa quelle trasparenti e - di
solito - prima dell’uso si assiste sempre a delle vigorose
"shakerate" dei preziosi contenitori !
Cesarettiano:
lessico,
che prende il nome
dal Presidente, con il quale sono descritte le gesta del Turbike; esso
è
caratterizzato dal numero spropositato di punti
esclamativi e, considerando che lo scrivano milita in A2,
dalla sua incredibile capacità divinatoria, superiore anche
a quella di Branco
e del Mago Otelma, nel vergare le gesta dell’ A1 e
dell’Elite, creando dal
nulla delle cronache dettagliate chefarebbero invidia a De Zan.
Circumpedalare:
acronimo di circumnavigare nel caso in cui si usi la bici
anziché la barca per
effettuare il periplo di un monte, un lago, un’isola, una
città etc. Nella
storia del Turbike si ricordano le circumpedalate
del Promontorio dell’Argentario,
dei laghi di Bracciano, Vico, Bolsena, Turano, Piediluco e Campotosto,
del Monte
Amiata, del gruppo del Sirente e delle principali cime dolomitiche.
Controscattare:
azione
avviata a seguito di un
precedente scatto andato a vuoto. Il corridore che controscatta mira a
sorprendere sia chi aveva prodotto lo scatto precedentemente sia gli
altri che
avevano annullato il tentativo, presumibilmente momentaneamente "incrisati".
Crampi;
avere
i crampi: tipico malessere di
chi sforza oltremodo i muscoli. E’ sovente sofferenza atroce
per chi li ha !
Generalmente sono provocati da fatica prolungata e mancanza di zuccheri
e/o
sali, oppure da allenamento precario o sopravvalutazione dei propri
mezzi. Il
corridore in preda ai crampi è destinato a stelaiare,
portando la bici "a
capezza" e camminando lungamente bordo strada cercando di far
rientrare
il crampo malefico e pazientemente, senza forzare, ritrovare una
pedalata di
riposo atta a tornare a casa.
Crepe:
avere
le "crepe";
creparsi; essere logori: dicesi di ciclista in decadenza fisica ed
ormai avviato
verso il tramonto.
Crisi di fame:
crisi
dovuta a scarsa alimentazione;
è la peggiore nemica del ciclista. Per questa ragione
è necessario alimentarsi
regolarmente in sella.
Dare il cambio:
avvicendarsi
davanti a tirare.
Defilarsi:
tenersi
nelle posizioni finali del
gruppo sfruttando la scia e risparmiandosi al massimo.
Dosso:
parola
magica che per ogni
cicloamatore che si rispetti si identifica con bagarre; anche nelle
uscite più
tranquille, quando si appropinqua un dosso l’atmosfera
cambia. Nel Turbike è
famoso il dosso del benzinaio di ritorno sulla Tiberina: nessuno
è più
disposto a tirare nel km che precede il dosso mentre il rumore dei
cambi per la
ricerca del rapporto giusto sembra quello di un plotone
d’esecuzione che
prepara le armi ! (tale dosso, per ovvi motivi è famoso
anche col nome di Dosso
Cardarelli)
Essere
alla frutta:
dicesi
di ciclista che sta
progressivamente perdendo le forze entrando in una fase di incottamento.
Estate
di San Marcello:
Dicesi
di quel fenomeno atmosferico
in cui bufere, nubifragi, maremoti, terremoti, trombe marine, uragani,
tormente,
piogge torrenziali e quanto di peggio l’Onnipotente possa
inviare per
castigare noi poveri peccatori, miracolosamente si placano e lasciano
il posto
ad uno splendido sole; il cielo diventa azzurro e, come per incanto,
tutto torna
asciutto. Questo succede solo il sabato mattina e può essere
paragonato al meno
famoso ma altrettanto prodigioso fenomeno meteorologico denominato
estate di San
Martino.
Fare il buco:
conseguenza
di un’azione "bagarrista"
destinata a frazionare il gruppo. Dicesi "buco" la distanza che
intercorre tra l’ultimo ciclista del gruppetto che precede ed
il primo del
gruppetto inseguitore.
Filippica
Cesarettiana:
descrizione
standard del gruppo
Turbike, della durata di 15 minuti circa, impartita - solitamente sulla
Via
Tiberina - dal Presidente ai ciclisti "cani sciolti" che incautamente
si avvicinano al "lider maximo". Dalla descrizione che viene fatta dal
Presidente l’incauto ascoltatore ne deduce che ciclisti del
calibro di Marco
Pantani non si sono ancora iscritti al Turbike solo perché
non ne conoscono l’esistenza.
Finire
gli zuccheri:
succede
ad un ciclista che dopo una
tappa dura manifesta sintomi di poca lucidità e senso di
equilibrio mentale. Un
bicchiere d’acqua con una dozzina di cucchiaini di zucchero
riporta presto
alla normalità il soggetto !
Finto cambio:
passare
davanti a tirare riducendo
però sensibilmente la velocità.
Forte
passista scalatore:
eufemismo
inventato dal
Presidente per identificare nelle cronache Turbike, quelli che vengono
staccati
dagli scalatori (veri) dopo pochi metri di salita.
Fuga delle venti
pedalate:
approccio di fuga; tentativo di fuga; allungo senza pretese. Chi lo
opera prova
quasi sempre una sensazione di "impiombamento"
(circa alla 21ma
pedalata). e quindi viene immediatamente riassorbito dal gruppo.
Fumare
il cervello:
sintomo
che precede l’esaurimento
degli zuccheri.
Fuorisella:
e
tipico del ciclista che pedala
alzando le "chiappe" per sganchirsi o per prendere slancio.
Gambe
impiombate;
avere
le gambe impiombate: sintomo critico da scatto o da superamento del
proprio rimo
pedaliero. Si manifesta con un incredibile appesantimento degli arti
inferiori.
Incottato:
corridore
in cotta ! Demoralizzato
mentalmente e fisicamente appesantito da una serie di eventi. Non si
riprende
più e facilmente "stelaia".
Incrisato:
corridore
in crisi; demoralizzato
mentalmente e momentaneamente da un’azione che ha provocato
l’incrisamento !
Pedalando al recupero può riprendersi.
Mettere la padella:
cambiare
dalla corona piccola
(39-41-42 denti ) alla grande (52-53-54 denti) inserendo
così un rapporto
lungo. Manovra sconosciuta ad alcuni Turbike che non levano la
"padella" neppure in salita (Paffarini docet).
Mollare:
decisione
voluta dal ciclista che,
stufo di pedalare sopra le proprie forze, desiste dal tenere le ruote
di chi lo
precede ! La decisione è di solito accompagnata da un gemito
o da un’imprecazione
rivolta verso il gruppo o chi ha provocato questa decisione.
Monodente:
pignone
posteriore a un solo dente
che si dice venga usato (naturalmente accoppiato al "54" anteriore) da
alcuni superpassisti Turbike, in primis Luciano Lodoli, che
l’"undici"
lo usava quando Cipollini era in fasce. L’uso del "monodente"
-
sopratutto da parte di chi non se lo può permettere -
contribuisce notevolmente
a rendere "quadrata" la pedalata.
Pedalata "a
stantuffo":
modo
rudimentale di pedalare, usando
solo la forza fisica della spinta alternata sui pedali (Contrario di
pedalata
"rotonda")
Pedalata
"en danseuse": modo
di pedalare tipico degli scalatori che, in piedi sui pedali, sembra che
ballino
scandendo il tempo.
Pedalata
"quadrata":
pedalata
che ha perduto la sua "rotondità"
e vagamente ricorda quella "a stantuffo".
E’ tipica di chi
"non ne ha più". Si riscontra sopratutto in salita, laddove
l’accannamento
è quasi totale.
Pedalata
"rotonda":
modo
ciclistico di girare i pedali,
spingendo con un pedale mentre contemporaneamente si tira con
l’altro. E’
tipico dei veri ciclisti che, oltre ad avere una gamba allenata, sono
dei veri
tecnici della bici.
Perdere le ruote:
non
riuscire a tenere le ruote.
Classico di chi ha sbagliato gruppo !
Portare la bici a
"capezza":
dicesi
di ciclista che, accannato
dalla salita, scende e prosegue a piedi, trascinando la bici a
mo’ di mulo.
Programma
Turbike:
niente
è più definitivo della sua
stesura preliminare manoscritta in bozza dal Presidente.
Ricucire
il buco:
ricompattare
il gruppo frazionato da
un’azione di disturbo nata da una "bagarre".
Compito arduo
che, nel gruppo che insegue, viene "palleggiato" tra i compagni di
gara finché il più forte o generoso (o ingenuo ?)
si presta a tirare l’inseguimento.
Rientrare nei
ranghi:
azione
di rimonta atta a rientrare
nel gruppo oppure essere ripresi dal gruppo.
Ritmo:
frequenza
della pedalata.
Saltare
i cambi:
risalire
le posizioni nel gruppo,
obbligati dagli avvicendamenti di chi esaurito il turno davanti passa
all’ultima
posizione, fermandosi però alla seconda posizione.
Scatenare:
far
fuoriuscire la catena dalla
guarnitura; succede quando il cambio non è regolato bene o
per un uso brusco
del deragliatore.
Scatenare bagarre:
azione
di disturbo in gruppo, arta a
frammentare il gruppo e favorire la fuga.
Scattare:
azione
improvvisa per staccarsi dagli
altri ed andare in fuga. Generalmente si effettua alzandosi sui pedali
-
usualmente partendo da dietro per sorprendere gli altri - ed
ancheggiando
velocemente si prende velocità.
Scattare "in
faccia":
effettuare
lo scatto partendo davanti agli altri, a mo’ di
sfottò, anziché da dietro
come si usa per sorprendere gli avversari.
Sciopero del
passista:
fenomeno
(sopratutto tra gli Elite)
causa di rallentamenti repentini del gruppo, dovuto
all’indisposizione a
"tirare" da parte dei rari "uomini di pianura" a cui
tocca di solito il compito di fare l’andatura. Il fenomeno
è ardentemente
desiderato da chi è davanti in fuga (che di solito
è appunto un "uomo di
pianura")
Scollinare:
superare una salita più o meno dura.
Seguito
dagli avvoltoi:
succede
al ciclista talmente accannato
che stà esalando le ultime pedalate.
Smanettare sul
cambio:
tipico
del ciclista alla ricerca del
rapporto giusto, tuttavia inesistente, dato che li ha provati tutti !
Statua
al "Salvatori": figura
statica di ciclista bloccatosi "en danseuse"
(solitamente sull’ultimo
dosso al ritorno da una tappa dura) a causa di crampi
improvvisi ad
entrambi gli arti inferiori, tali da impedirgli di riscendere sulla
sella o di
sganciare i pedali (Il nome è dato dall’omonimo
corridore Turbike a cui è
capitata realmente la disavventura citata).
Stelaiare:
scendere
dalla bicicletta non per un
guaio meccanico nè per foratura, ma per crisi di
fame o per
incottatura.
Succhiare la ruota:
azione
di sfruttamento rivolta verso
chi è davanti a tirare.
Svalicare:
superare
una salita di alta quota.
Termine molto soggettivo: al termine di una granfondo "tosta" si
"svalicano" anche i cavalcavia.
Tenere le ruote:
riuscire
a fatica a succhiare le
ruote di chi precede. Tipico di un corridore che non
riuscirà mai a dare
un cambio.
Test FTCM:
Esame
propedeutico al ciclismo. Più
importante del "test Conconi", della "curva del lattato" e
dei programmi di allenamento. L’acronimo FTCM si traduce in "Fattore
di Tolleranza al Ciclismo da
parte della Moglie". Solo
se la percentuale di tolleranza supera il 60-70 % è
consigliabile intraprendere
l’attività cicloamatoriale (per i granfondisti la
% deve salire all’ 80-90
%).
Testa
Blindata:
Caratteristica
fondamentale per
essere un "presidentissimo" ed indiscusso "Padre padrone" di
una organizzazione denominata Turbike. E’ grazie ad una
persona con tali
caratteristiche che è possibile realizzare una
così splendida iniziativa ma
non se ne possono correggere i difetti (Parola del Presidente).
Tirare:
accollarsi
l’onere di fare l’andatura,
fendendo l’aria in prima persona e agevolando in tal modo il
gruppo che segue.
Turbilento:
dicesi di ciclista non molto veloce purché faccia parte del
gruppo Turbike;
questo per distinguerlo dai ciclisti lenti non facenti parte del nostro
gruppo,
al confronto dei quali egli è, in ogni caso, un Campione.
Turbilonga:
in
undici anni ne sono riuscite solo
due.
Turbicorta:
come
vanno a finire quasi tutte le Turbilonghe.
Turbike:
categoria di ciclisti all’interno del gruppo omonimo,
composta da persone con
spiccate doti di carattere, emotivamente stabili,
personalità ben definita,
mentalità adulta. Praticamente dei Turisti.
Turbuki:
dicesi
del caso in cui chi buca
è aspettato dagli amici che lo aiutano anche a riparare la
ruota. Tipico del
gruppo turistico. (Contrario di Agobuki);
Visioni:
avere le v........., vedere la Madonna; succede al ciclista che
è accannato
ma non è consapevole di esserlo e pertanto non si
è accorto degli avvoltoi
che lo seguono.
Vivere
sulle ruote:
modo
di dire di chi "non tira
mai" e che è abituato a sfruttare ciclisticamente il
prossimo !
Zigzagare:
modo
tipico di pedalare in salita,
cercando di alleggerire il dislivello stradale. E’ il sintomo
che precede la
"stelaiatura" !
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