Descrizione
Classica partenza della 200km ormai siamo al quarto anno.
Quest'anno la randonneè di nettuno farà parte del super brevetto “Mare monti e laghi 2009“.
Saremo abbinati alle randonneè di Capistrello(19 aprile)e quella dei “Tre laghi“(05 aprile).
I partecipanti delle tre Randonneè avranno un diploma di merito speciale.
La partenza si effettuerà dal Palazzetto dello sport di Nettuno.
Si pedalerà costeggiando e respirando l'ossigeno della Pineta proseguendo per via Pescina per poi deviare verso Velletri.
Il percorso e pianeggiante fino a Cisterna, dopo di ció inizieranno i sali scendi fino a sotto Cori.
Si prosegue sulla Corana per poi collegarsi alla Ninfina fino a passare sotto Norma.
Al bivio di Valvisciolo, si va in direzione di Bassiano dove inizierà una salita piu o meno impegnativa.
Sulla Piazza di Bassiano al Bar Fiorentini ci sarà il 1° controllo.
Il percorso prosegue verso Sezze, per poi deviare in direzione Maenza-Priverno. Si passerà vicino Fossanova proseguendo per Terracina.
Si passa dalle colline all'aria iodata del Lungomare di Terracina, dove ci sarà il 2° controllo al Bar Malù, per poi ripartire e gustare le bellezze del Parco Nazionale del Circeo su tutta la costa fino a Nettuno.
Arrivo al palazzetto dello Sport, con ristoro e pasta Party.
Non me ne vogliano gli amici che partecipano alle GF, come gli anni scorsi mi sono iscritto alla Maratona ed alla 9Colli. Di più fuori da casa non riesco a fare.
I 200 di Nettuno li ho già fatti nel 2007 in una condizione di forma simile se non peggiore a quella attuale. Era la prima tappa verso Parigi 2007.
Ho avuto il piacere di essere scortato da Roberto Pietrangeli e Claudio Rufa che ringrazio ancora ed invito a partecipare.
Nella 2° metà del percorso ho avuto il piacere di pedalare con l'organizzatore.
200 Km in una randonne ( passeggiata ) non sono un'impresa impossibile. L'unica cosa che viene richiesta è la capacità di rimanere in sella a lungo.
Ecco il mio brevetto di 7h55'
Sarà un piacere poter pedalare a lungo con chi voglia partecipare a quest' avventura.
Quest'anno vorrei provare anche i 300 che, per me, sono la vera sfida.
Per questo non vorrei mancare questi appuntamenti
8 Marzo - Ride to Finish - 200 Km a Nettuno
19 Aprile - 200 km di Pedalando in Abruzzo
17 Maggio - 300 km di Pedalando in Abruzzo
30 Maggio - I wish to ride to finish la scherosi mulitpla - notturna Nettuno-Sperlonga- Nettuno 160km
Descrizione
Classica partenza della 200km ormai siamo al quarto anno.
Quest'anno la randonneè di nettuno farà parte del super brevetto “Mare monti e laghi 2009“.
Saremo abbinati alle randonneè di Capistrello(19 aprile)e quella dei “Tre laghi“(05 aprile).
I partecipanti delle tre Randonneè avranno un diploma di merito speciale.
La partenza si effettuerà dal Palazzetto dello sport di Nettuno.
Si pedalerà costeggiando e respirando l'ossigeno della Pineta proseguendo per via Pescina per poi deviare verso Velletri.
Il percorso e pianeggiante fino a Cisterna, dopo di ció inizieranno i sali scendi fino a sotto Cori.
Si prosegue sulla Corana per poi collegarsi alla Ninfina fino a passare sotto Norma.
Al bivio di Valvisciolo, si va in direzione di Bassiano dove inizierà una salita piu o meno impegnativa.
Sulla Piazza di Bassiano al Bar Fiorentini ci sarà il 1° controllo.
Il percorso prosegue verso Sezze, per poi deviare in direzione Maenza-Priverno. Si passerà vicino Fossanova proseguendo per Terracina.
Si passa dalle colline all'aria iodata del Lungomare di Terracina, dove ci sarà il 2° controllo al Bar Malù, per poi ripartire e gustare le bellezze del Parco Nazionale del Circeo su tutta la costa fino a Nettuno.
Arrivo al palazzetto dello Sport, con ristoro e pasta Party.
Non me ne vogliano gli amici che partecipano alle GF, come gli anni scorsi mi sono iscritto alla Maratona ed alla 9Colli. Di più fuori da casa non riesco a fare.
I 200 di Nettuno li ho già fatti nel 2007 in una condizione di forma simile se non peggiore a quella attuale. Era la prima tappa verso Parigi 2007.
Ho avuto il piacere di essere scortato da Roberto Pietrangeli e Claudio Rufa che ringrazio ancora ed invito a partecipare.
Nella 2° metà del percorso ho avuto il piacere di pedalare con l'organizzatore.
200 Km in una randonne ( passeggiata ) non sono un'impresa impossibile. L'unica cosa che viene richiesta è la capacità di rimanere in sella a lungo.
Ecco il mio brevetto di 7h55'
Sarà un piacere poter pedalare a lungo con chi voglia partecipare a quest' avventura.
Quest'anno vorrei provare anche i 300 che, per me, sono la vera sfida.
Per questo non vorrei mancare questi appuntamenti
8 Marzo - Ride to Finish - 200 Km a Nettuno
19 Aprile - 200 km di Pedalando in Abruzzo
17 Maggio - 300 km di Pedalando in Abruzzo
30 Maggio - I wish to ride to finish la scherosi mulitpla - notturna Nettuno-Sperlonga- Nettuno 160km
Francesco,
considerato il mio scarso stato di forma mi aggregherei volentieri alla Ride to Finish dell'8 marzo che mi sembra piu' alla mia portatat rispetto ad una lelli..
mi indicheresti per favore la modalita' di adesione
grazie
Giuseppe
Francesco,
considerato il mio scarso stato di forma mi aggregherei volentieri alla Ride to Finish dell'8 marzo che mi sembra piu' alla mia portatat rispetto ad una lelli..
mi indicheresti per favore la modalita' di adesione
grazie
Giuseppe
Giuseppe,
per l'iscrizione non occorre nulla di particolare. Ci si può iscrivere direttamente la mattina dell'evento.
Per comodità degli organizzatori puoi usare il link precedente per iscriverti online. Io non l'ho ancora fatto.
Francesco,
considerato il mio scarso stato di forma mi aggregherei volentieri alla Ride to Finish dell'8 marzo che mi sembra piu' alla mia portatat rispetto ad una lelli..
mi indicheresti per favore la modalita' di adesione
grazie
Giuseppe
Giuseppe,
per l'iscrizione non occorre nulla di particolare. Ci si può iscrivere direttamente la mattina dell'evento.
Per comodità degli organizzatori puoi usare il link precedente per iscriverti online. Io non l'ho ancora fatto.
Sono contento che tu abbia deciso di provarci.
Al momento di turbike dovremmo essere:
io
tu
roccia
Confermo l'iscrizzione di tre TURBIKE Misacrifico Pedalento Roccia
Siamo punto e a capo! Il mio stato d'animo è lo stesso del 2007. Se volete sapere cosa accadrà domenica iniziate a leggere 11.03.2007 brevetto 200 Km a Nettuno ed il il mio resoconto dove ringrazio Roberto Pietrangeli e Claudio Rufa per avermi accompagnato! _________________
Registrato: Nov 17, 2003 Messaggi: 2426 Località: Ladispoli
Inviato: Lun Mar 09, 2009 11:49 am Oggetto:
succisa ha scritto:
Fatta, anche questa Randonnee' 2009 e' archiviata dal punto di vista cartaceo, ma rimarra' scolpita nei nostri cuori.
Per il randonneur non contano il tempo, la posizione, la classifica, la distanza, il dislivello, conta solo ARRIVARE ALLA FINE e come ci eravamo prefissati CE L'ABBIAMO FATTA.
....
Vorrei fare i complimenti a Roccia che, senza allenamento e con 3 giorni di antibiotico, ha deciso di darmi il piacere di pedalare con lui.
Vorrei ringraziare tutti gli amici per averci offerto un passaggio sul Pedalando Express che mi ha consentito, ancora una volta, di godere del bel percorso illuminato da uno splendido sole primaverile.
Vorrei ringraziare il Succisa Express che ci ha scortati per tutta la litoranea.
Grazie per la splendida compagnia. _________________
Fatta, anche questa Randonnee' 2009 e' archiviata dal punto di vista cartaceo, ma rimarra' scolpita nei nostri cuori.
Per il randonneur non contano il tempo, la posizione, la classifica, la distanza, il dislivello, conta solo ARRIVARE ALLA FINE e come ci eravamo prefissati CE L'ABBIAMO FATTA.
....
Vorrei fare i complimenti a Roccia che, senza allenamento e con 3 giorni di antibiotico, ha deciso di darmi il piacere di pedalare con lui.
Vorrei ringraziare tutti gli amici per averci offerto un passaggio sul Pedalando Express che mi ha consentito, ancora una volta, di godere del bel percorso illuminato da uno splendido sole primaverile.
Vorrei ringraziare il Succisa Express che ci ha scortati per tutta la litoranea.
Grazie per la splendida compagnia.
Io purtroppo per problemi familiari non ho potuto essere dei vostri.. anche se l'iscrizione era stata fatta con tutta l'intenzione di esserci..
purtroppo in questo periodo non riesco ad essere neanche tanto presente con me stesso.. .
Registrato: Nov 17, 2003 Messaggi: 2426 Località: Ladispoli
Inviato: Lun Mar 09, 2009 2:51 pm Oggetto:
misacrifico ha scritto:
....
Io purtroppo per problemi familiari non ho potuto essere dei vostri.. anche se l'iscrizione era stata fatta con tutta l'intenzione di esserci..
purtroppo in questo periodo non riesco ad essere neanche tanto presente con me stesso.. .
Giuseppe, non preoccuparti! Ho immaginato che avessi avuto qualche imprevisto.
Del resto le nostre uscite sono di divertimento, se non ci sono le condizioni .... _________________
....
Io purtroppo per problemi familiari non ho potuto essere dei vostri.. anche se l'iscrizione era stata fatta con tutta l'intenzione di esserci..
purtroppo in questo periodo non riesco ad essere neanche tanto presente con me stesso.. .
Giuseppe, non preoccuparti! Ho immaginato che avessi avuto qualche imprevisto.
Del resto le nostre uscite sono di divertimento, se non ci sono le condizioni ....
Hai per caso le coordinate gps del giro fatto?
se si me le invii per favore..
grazie
Giuseppe
Mi dispiace ragazzi che si possano confondere manifestazioni come la MaxLelli che è una Gran Fondo per le possibilità di tutti (tre possibilità: 50/80/120 km) su un percorso altamente turistico e suggestivo, esent-traffico; insomma da poter interpretare al meglio, ciascuno secondo le proprie possibilità! Alla fine, il percorso più gettonato è stato quello degli 83 km che il più scalcinato dei Turbikers (il Presidente) ha percorso in 4h 35' con tre fermate e andatura Turistica! La 200 km di Nettuno mi fù proposta qualche anno fà da uno degli organizzatori ma non la ritenni interessante. Quando iniziai ad andare in bicicletta, fine anni settanta(erano altri tempi), un giorno partii da Roma ed arrivai a S.Felice Circeo da solo (100 km) ci impiegai circa 4 ore e dato che ero partito alle ore 7,00 arrivai intorno alle 11,00. Mi fermai al mare dove avevo mio fratello e feci vari bagni ; Poi il pomeriggio ripartii alla volta di Roma. Un'altra volta feci Roma-Terminillo-Roma che fù molto più impegnativa. Ma le soddisfazioni maggiori e il piacere di andare in bici l'ho provato nel Turbike e nelle G.F. a cui ho partecipato: 1) Nove Colli (207 km) e la Maratona delle Dolomiti (120 km giro medio). Allora io dico che se uno non è allenato è meglio che non si presenti a fare nessun percorso superiore ai 100 km perchè altrimenti tutti quelli che si fanno in più saranno tutti di "Sofferenza fisica"! Se avessi partecipato alla 200 km di Nettuno, sarei andato in crisi "Corporea" dopo la quarta ora ovvero dopo il 110° km ed avrei sopportato anche fino al 160° km, dopo di chè non sò che cosa avrei potuto fare. L'esperienza mi fà parlare così perchè potrei raccontare tante "imprese" portate a termine sopra le "forze" e credetemi, "non vedi l'ora di scendere dalla bici" ed allora perchè arrivare al punto da "Odiarla"? Parlando col caro amico Claudio Rufa di questo argomento, in quanto lui si è dedicato lo scorso anno ad alcune imprese "Randonnè", ha riconosciuto che in fondo il mio pensiero non è sbagliato. Pertanto, ragazzi godetevi il meglio che la bici ci offre e se c'è una bella giornata come quella di ieri, non c'è cosa migliore che una bella pedalata con gli amici e poi....tutti a tavola a rifocillarci!
Mentre voi pensate qule sia il motivo che ci spinge a far cio, io gia sto pensando alla prassima Pedalare gente pedalare. Fervono i preparativi per la terza edizione della “Randonneè dei Tre Laghi” che si disputerà domenica 5 aprile 2009 con partenza ed arrivo a Corchiano (VT). Gli organizzatori della manifestazione ciclistica, Andrea Perugini e Arnaldo Montanini, hanno confermato il percorso della scorsa edizione (che vide al via 83 ciclisti provenienti da tutta Italia) apportando un’unica modifica nel tratto tra Bagnaia ed il primo controllo situato a Bolsena. I randonneurs una volta imboccata la via Teverina proseguiranno fino a Bagnoregio evitando, in tal modo, il primo passaggio per Montefiascone e la salita di Fastello. I corridori avranno, così, l’opportunità di percorrere una strada panoramica e poco trafficata con una splendida visuale su Civita di Bagnoregio “la città che muore”, un borgo medioevale arroccato su uno sperone tufaceo che, a causa dell’erosione, è ormai raggiungibile solo attraverso un ardito viadotto pedonale.
Invariato il chilometraggio (209 km per un dislivello totale di poco inferiore ai 3.000 metri) e confermati i punti di controllo che saranno effettuati nella piazza di Bolsena, nel bar “Rio Vicano” di Ronciglione e nel bar “I castagni” di Trevignano.
Ƞtuttavia allo studio, da parte degli organizzatori, l’opportunità di inserire anche un percorso ridotto di 100 Ö 120 km. A breve la decisione.
Quest’anno la “Randonneè dei Tre Laghi” farà parte del superbrevetto “Mare, monti, laghi 2009” comprendente anche la randonneè di Aprilia (8 marzo 2009) e quella di Capistrello (19 aprile). I corridori che conseguiranno tutti e tre i brevetti riceveranno un diploma di merito speciale.
La partenza avverrà “alla francese” tra le ore 8.30 e le 9.30 dal negozio Cicli Montanini in località Pantalone a tre km da Corchiano sulla strada per Civita Castellana. Per i corridori che intendano pernottare nelle vicinanze sarà a disposizione uno spazio camper nel parcheggio antistante la zona di partenza. In alternativa si potrà alloggiare nell’hotel Aldero o nell’agriturismo Villa Iris entrambi situati a meno di due km dalla partenza.
Anche quest’anno la quota di iscrizione sarà di 10 euro (gratuita per le signore/ine che attendiamo numerose!)
All’arrivo i corridori usufruiranno del servizio docce e di un pasta e riso party freddi.
Registrato: Nov 17, 2003 Messaggi: 2426 Località: Ladispoli
Inviato: Mer Mar 11, 2009 5:33 pm Oggetto:
giaguarotto45 ha scritto:
Mi dispiace ragazzi che si possano confondere manifestazioni come la MaxLelli che è una Gran Fondo per le possibilità di tutti (tre possibilità: 50/80/120 km) su un percorso altamente turistico e suggestivo, esent-traffico; insomma da poter interpretare al meglio, ciascuno secondo le proprie possibilità! Alla fine, il percorso più gettonato è stato quello degli 83 km che il più scalcinato dei Turbikers (il Presidente) ha percorso in 4h 35' con tre fermate e andatura Turistica! La 200 km di Nettuno mi fù proposta qualche anno fà da uno degli organizzatori ma non la ritenni interessante. Quando iniziai ad andare in bicicletta, fine anni settanta(erano altri tempi), un giorno partii da Roma ed arrivai a S.Felice Circeo da solo (100 km) ci impiegai circa 4 ore e dato che ero partito alle ore 7,00 arrivai intorno alle 11,00. Mi fermai al mare dove avevo mio fratello e feci vari bagni ; Poi il pomeriggio ripartii alla volta di Roma. Un'altra volta feci Roma-Terminillo-Roma che fù molto più impegnativa. Ma le soddisfazioni maggiori e il piacere di andare in bici l'ho provato nel Turbike e nelle G.F. a cui ho partecipato: 1) Nove Colli (207 km) e la Maratona delle Dolomiti (120 km giro medio). Allora io dico che se uno non è allenato è meglio che non si presenti a fare nessun percorso superiore ai 100 km perchè altrimenti tutti quelli che si fanno in più saranno tutti di "Sofferenza fisica"! Se avessi partecipato alla 200 km di Nettuno, sarei andato in crisi "Corporea" dopo la quarta ora ovvero dopo il 110° km ed avrei sopportato anche fino al 160° km, dopo di chè non sò che cosa avrei potuto fare. L'esperienza mi fà parlare così perchè potrei raccontare tante "imprese" portate a termine sopra le "forze" e credetemi, "non vedi l'ora di scendere dalla bici" ed allora perchè arrivare al punto da "Odiarla"? Parlando col caro amico Claudio Rufa di questo argomento, in quanto lui si è dedicato lo scorso anno ad alcune imprese "Randonnè", ha riconosciuto che in fondo il mio pensiero non è sbagliato. Pertanto, ragazzi godetevi il meglio che la bici ci offre e se c'è una bella giornata come quella di ieri, non c'è cosa migliore che una bella pedalata con gli amici e poi....tutti a tavola a rifocillarci!
Marcello Cesaretti
Carissimo Marcello,
la democrazia è bella perchè ognuno può dire e pensare quello che gli pare.
In questo caso l'argomento è relativo all'uso della bicicletta. Sottolineando che ognuno di noi và in bicicletta alla ricerca del proprio divertimento io penso che ci siano 2 grandi categorie di ciclisti: gli agonisti e gli amatori. Tutti vorremmo essere Pantani.... La differenza stà nel prendere coscienza dei propri limiti e delle proprie possibilità. Chi prendere coscienza passa nella categoria amatori, gli altri rimangono nella categoria agonisti.
Con il passare del tempo ed il crescere dell'età calano le prestazioni di punta ma rimane invariata la resistenza. Tutte le indicazioni mediche, sia per le attività sportive che di "benessere" consigliano di abbassare il ritmo ed allungare la percorrenza. Gli amatori sposano a pieno questo consiglio.
Le Randonneè sono l'apoteosi di questa filosofia che si traduce nel motto "nè forte, nè piano, ma lontano". Bisogna conoscersi molto bene. Bisogna pedalare in economia. Bisogna essere efficienti.
Io continuo a dire che se un ciclista riesce a stare in sella 4 ore ne può stare 5. Se riesce per 5 può per 6 e così via. Io sono arrivato a 13 ore e 1/2 così.
Domenica scorsa Roccia veniva da 3 giorni di antibiotico. Ha deciso autonomamente di partecipare, io gli ho assicurato che saremmo andati insieme. Era incerto se farla tutta o fermarsi a metà. E' bastato mantenere un passo adeguato ed abbiamo completato i 200!
Vorrei ricordarti che i 200 sono solo l'inizio delle randonneè. I passi successivi sono i 300, i 400, i 600 , i 1000 ....
Come dice Paolo Antiga nelle randonnèè non conta il tempo, la posizione .... conta l'averla fatta ed essere pronti a rifarla.
Quella di domenica è stata la mia 2° 200. Il timore di non farcela c'è sempre, consapevole che sono sovrappeso, non ho potenza nelle gambe, non ho fondo sufficiente. Abbiamo affrontato l'impresa con il dovuto rispetto. Siamo stati accompagnati da buoni amici ma l'avremmo fatta che se fossimo stati da soli.
Quando eravamo in prossimità dell'arrivo l'unica cosa che mi dava fastidio era la sella. A parte quello, se ci fossero stati altri 50 Km da fare, sarebbe stato solo questione di tempo.
L'età media del turbike è di 45 anni. E le fasce di età sono le seguenti:
età turbike
28 meno di 40
28 da 41 a 50
37 da 51 a 60
10 da 61 a 70
2 più di 70
Con queste età allungare i percorsi e moderare le velocità dovrebbe essere un obiettivo di tutti.
Di tanto in tanto proporre un lungo con questa filosofia non dovrebbe spaventare nessuno.
A presto!
Francesco
P.S. E' un pò lungo ma è un articolo che merita di essere letto!
Citazione:
LA MALATTIA DEL RANDAGIO di Luca Bonechi
Quando la passione per la bicicletta ti prende da grande non ti chiedere il perché: coltivala, è la migliore assicurazione per vivere a lungo e vivere bene. Facile esserne affascinati da piccoli! Quelle ruote sono il sogno di ogni bambino, le ali che consentono di prendere il volo, di andare più veloce dei grandi, di sentire il vento in faccia, di imitare il campione. La palla e la bici, strumenti magici del gioco di ogni tempo. Da grande è un’altra cosa, la bicicletta è il mezzo forse più congeniale per apprezzare le gioie del “proprio tramonto”, lento e pieno di quelle sensazioni che il quotidiano della vita ti nasconde. La improbabile bicicletta da corsa che avevo da piccolo, un assemblaggio di pezzi di varia natura colorati di arancio con la calcomania Chevron ( la benzina degli zii) appiccicata telaio, è il ricordo della mia immatura passione subito riposta per occuparmi delle cose dei grandi. Passione contenuta a lungo ed emersa violentemente solo dopo qualche anno, quando, perduto il treno, decisi di tornare a casa in sella ad una magnifica Viner viola rimastami fedele solo per pochi mesi. La svolta dieci anni fa quando, dopo aver vissuto pericolosamente da Sindaco prima e, subito dopo, da segretario di un Gran Partito, mi accorsi che potevo fare di tutto: affrontare ogni fatica, misurarmi con chiunque, combattere ogni sfida. E siccome sono di indole pacifista scelsi di pedalare. Per qualche tempo sono stato cicloturista e poi smanioso agonista fuori età. Poi mi sono distratto e, un bel giorno, mi sono accorto che avevo percorso più di 200 chilometri senza esserne affaticato, senza essere stanco di pedalare. Le chiacchere con gli amici di sempre, i campi di girasole della Valdorcia, il lago ed il sole tiepido mi avevano fatto dimenticare il tempo ed, inconsapevolmente, stavo apprezzando la gioia del viaggio. La passione per la bici, la passione per il viaggio. Toccare il mondo, ecco cosa si può fare con la bici. Prendi l’aereo e voli sul mondo, con il treno o l’auto scivoli sul mondo, a piedi ci cammini sopra ma non arrivi mai. In bici è un’altra cosa: tocchi il mondo, ascolti il suo respiro ed il suo odore. Ecco perché la bicicletta è amica del mondo e della gente che lo anima. E così che fra tutte le discipline del ciclismo ho scelto quell’originale mix di cicloturismo ed impresa estrema che risponde al nome di randonneur. Per intenderci poniamo che la traduzione italiana sia randagismo. Non è così ma rende l’idea. Quando la malattia del randagio mi ha preso, di sprovvista, alcuni, non molti, l’avevano già contratta da tempo. Un insospettabile signore piemontese, dal fare garbato, l’aveva coltivata a lungo e trasmessa pian piano, negli anni di fine millennio, ai ciclisti del nord-ovest del paese. In quel tempo, a sud del Grande Fiume noi, popolo pedalante, eravamo divisi in due grandi tribù: i cercatori del primato ad ogni costo ed i succhiatori dei tubi di scappamento delle auto poste all’ inizio di ogni raduno. I primi: pronti e via con testa in cassetta. I secondi: andamento lento e sotto scorta. Poi, silenziosi e timidi, un esercito di “irregolari”bel distribuiti sia a nord che a sud, sia ad est che ad ovest. Ciclisti senza tessera e senza meta ma con nella mente la curiosità del viaggio e la gioia della scoperta o, nelle ipotesi meno creative, la voglia di una semplice scampagnata. Eligio Doglio e pochi altri sono stati i primi Profeti in Italia di un movimento che oggi, grazie a loro ed al Maestro di tutti noi, Fermo Rigamonti da Nerviano, costituisce una bella realtà: pulita, sana, colta e giocosa. Un millennio più tardi dalla scoperta della presenza del morbo sicuramente proveniente dalla vicina Francia, assieme all’inseparabile amico Giancarlo Brocci, ho provato di persona cosa fosse la febbre del randonnée. Febbre alta e pur piacevole, intrigante. Da Bergamo a Roma e di nuovo a Bergamo, assieme ad un manipolo di contagiati, la febbre non mi ha abbandonato neppure per un istante e, oggi, a cinque anni di distanza me la porto sempre con me in bici e nella vita. Scendere, come si usa dire, dal nord al sud, in bicicletta e non come solitamente avviene in auto, mi ha fatto conoscere un altro mondo, un’altra Italia. Mi ha fatto apprezzare l’esistenza di odori e di colori inaspettati, diversi. Ho conosciuto Casalpusterlengo ed ho compreso che è qualcosa di più di un casello autostradale. Ho pedalato a lungo accarezzando il Grande Fiume fino ad ieri confinato nella parola “Po” scritta in un rugginoso cartello all’inizio del lungo ponte autostradale. Ho ascoltato il diverso, e pur familiare, vociare delle osterie emiliane e romane, rispetto alle mie care bettole toscane. Ho scoperto il viaggio ed ho contratto definitivamente la malattia del randagio. Ho viaggiato lento ma al tempo stesso veloce, mi sono fermato ad ascoltare il respiro dei luoghi appena scoperti. Ho viaggiato di giorno e di notte smentendo moderne credenze che la notte si possa passare solo a letto o in discoteca. Eppure ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di uscire da questa curiosa malattia, ma non è stato, fortunatamente, possibile, Strano morbo, quello del randagio, per il quale la scienza non è stata ancora capace di dare una risposte convincenti tanto che il miglior rimedio si è dimostrato il coltivarlo ancora, con cura, con dedizione e con passione. Fortuna che le opportunità che si offrono al randagio sono oggi sempre più varie ed accattivanti. L’ARI, questo singolare soggetto che riunisce organizzatori diffusi in tutta la penisola, è un incubatore che ormai coordina una grande varietà di eventi: percorsi da 200, 300, 400, 600 e più chilometri, in tutte le stagioni e per tutte le esigenze, e che ora si appresta a proporre anche brevetti permanenti e cioè lunghi viaggi in strade ad elevata ciclabilità da percorrere in ogni periodo dell’anno, nei modi e nel tempo che ad ognuno più aggrada. Ma quanti sono i ciclisti che hanno contratto il morbo? Se guardiamo alla forma più lieve è facile prevedere una cifra che supera le 4-5000 unità. Di questi si può stimare che un migliaio siano ormai inguaribili. Io figuro tra questi, mi sono messo l’animo in pace e me ne sono ormai fatto una filosofia di vita. Nel corso del 2007 circa 400 “uomini persi” di nazionalità italiana hanno avuto il privilegio di raccogliere meriti tali da essere ammessi nel Tempio dei randonneurs. Non un edificio questo, ma bensì una strada lunga 1200 km che, attraverso la Normandia e la Bretagna, porta da Parigi a Brest e di nuovo a Parigi. L’Olimpiade del cicloturismo è stato il pellegrinaggio più numeroso di italiani in Francia, tutti inaspettatamente e mirabilmente vestiti della maglia della Nazionale. Per pochi di questi si è trattato di un ritorno, per i più di uno straordinario battesimo con pioggia incessante. Ho ammirato le nostre divise, ho invidiato la civiltà ciclistica dei francesi permeata, è vero, da un marcato spirito nazionalista. Ho conosciuto pedali di mezzo mondo e velocipedi di ogni specie. Al termine mi è stato detto: “Bravo, hai fatto un’impresa”. Si, proprio un’impresa e così mi sono sentito campione per caso e, di fronte allo specchio, quando l’occhio si è deciso di dare i primi segni di vita, stingendolo, mi sono premiato ed ho avuto stima di me stesso. Eppure non ho corso contro nessuno e neppure per vincere qualcosa. Ho aspettato gli amici e mi sono fatto aspettare, ho faticato, Ho apprezzato i dettagli della natura e delle persone, ho parlato di giorno ed ancor più la notte, ho aiutato e familiarizzato con persone sconosciute, ho sorriso e detto grazie più volte a chi ho incontrato per caso. Ho avuto, in questo modo, la conferma delle enormi potenzialità del morbo contratto che riesce a sopravvivere anche con il ritorno alla normalità, nel lavoro e nel’ambiente familiare. Forse non è poi tanto esagerato parlare dell’avvio di un processo di nuova civilizzazione del nostro stile di vita, del nostro carattere, dei nostri comportamenti quotidiani. Può sembrare strano ma la disciplina delle randonnée può dar luogo, sul piano sportivo, ad una “impresa” rispetto alla quale la componente lentezza non è presupposto di un fallimento. Non è un caso che sempre con più insistenza circoli nell’ambiente uno slogan: “ né forte, nè piano ma lontano “. Insomma, terminare una ultramaratona è sicuramente “l’impresa” di chi va lontano e sa guardare lontano. Di strada in Italia dobbiamo farla ancora tanta rispetto a paesi che, anche sotto questo profilo, sono più sensibili, più maturi. C’è da pedalare ancora molto e da proporre cose concrete. Potremmo, in tal senso, cominciare con un appello alle istituzioni per la salvezza e la valorizzazione delle strade dimenticate, una volta bene condiviso ed oggi considerate una sorta di bene di resulta, quando non un vero e proprio disvalore. Queste strade, e le piccole comunità che attraversano, con l’affermarsi di una nuova cultura del movimento, potrebbero trasformarsi nelle nuove vie di civiltà oserei dire le “senitas civitatis”. E’ lì che si potranno ritrovare i randagi di tutto il mondo, rispettosi dell’ambiente e di chi non è randagio e continua, per abitudine o per necessità, a percorrerle rumoreggiando. Randagi vecchi e nuovi: i nuovi che non temono di “ammalarsi della ita”, ed i vecchi ormai in lunga degenza che, per guarire, non aspettano altro che di essere al via di una 1001miglia che partirà da Milano proprio il giono dopo il Palio di agosto e che si preannuncia ricca di sudore e di gioia infinita.
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